Laghi di Ivrea

Ente responsabile: Città metropolitana di Torino – Direzione Sistemi naturali

Nome: Laghi di Ivrea                                   
Codice: ZPS/ZSC IT1110021
Longitudine: 7.893333                                                
Latitudine: 45.489167
Area (ha):   1 705                                                           
Regione biogeografica: Alpine (100.00 %)

Il sito è posto tra la città e la Serra di Ivrea, e occupa un’area collinare sulla sinistra idrografica della Dora Baltea. Oltre  ai  cinque  laghi  (Sirio,  Pistono  o  di  Montalto,  San  Michele,  Nero  e Campagna), si incontrano numerose zone umide. La loro formazione risale al  termine  dell’ultima  glaciazione,  quella  würmiana,  quando  le  acque  di scioglimento  del  ghiacciaio  in  ritirata  riempirono  le  depressioni  una  volta occupate dal ghiaccio, dando origine agli ambienti lacustri e di torbiera attuali. Tra i rilievi rocciosi si trovano anche varie tipologie di zone umide derivate dall’interramento  di  antichi  bacini  lacustri.  Esempio  molto  particolare  è  il cosiddetto “lago ballante” o “terre ballerine”, un’area torbosa di alcuni metri di  spessore,  boscata  e  parzialmente  impaludata,  risultante  dal  processo  di interramento dell’antico Lago Coniglio.

La posizione geografica del sito, assieme al clima e alla peculiare morfologia e geologia dell’area, concorrono a determinare condizioni idonee alla presenza di un’elevata eterogeneità ambientale e, di conseguenza, di un elevato numero di specie floristiche con caratteristiche ecologiche molto differenti. Gli habitat di interesse comunitario rilevati nel sito sono 11, di cui 4 si possono considerare di maggior importanza poiché prioritari ai sensi della D.H. Relativamente alla fauna bisogna sottolineare come nell’area dei Laghi d’Ivrea siano  presenti  numerose  specie  importanti,  sia  perché  inserite  negli  allegati della Direttiva Habitat (D.H.), sia perché rare o estremamente localizzate a livello nazionale o regionale. Tra queste la specie più rara è sicuramente il Pelobate fosco  All. II e IV, (prioritaria) la cui conservazione è una delle finalità del sito. Sono attualmente note alcune popolazioni formate da un buon numero di individui, che  si  riproducono  in  aree  collinari,  un  contesto  atipico  per  la  specie,  che solitamente predilige le aree planiziali.